Fiji, che strano, siamo alle Fiji. Ieri sera siamo partiti esattamente alle 21.30 (il volo era delle 20.55). Dopo poco meno di 10 ore atterriamo. Il volo è stato molto confortevole; la compagnia low coast Scott, della Singapore
Airlines, non ci ha deluso. Abbiamo sentito qualche perturbazione qua e là ma niente di serio, per fortuna. Viaggiare sull'Oceano mi da da pensare, soprattutto quando molti passeggeri sono musulmani, ma sono solo brutti pregiudizi, poi finisce sempre che il sonno ha la meglio. Alle Fiji dobbiamo posticipare di tre ore l'orario indocinese, quindi, se prima eravamo a sei ora avanti rispetto all'Italia ora ne avremo 9 in avanti. Atterriamo alle 10.00 ora locale.
Siamo all'aeroporto interazionale di Nadi, terza città più popolosa delle isole Fiji. Queste sono moltissime, circa trecento ma le due più grandi sono Viti Levu e Vanua Levu. Nella prima ci sono sia l'aeroporto internazionale di Nadi che la capitale delle Fiji, Suva; si trovano l'una dalla parte opposta rispetto all'altra. Noi alloggeremo a 70 km da Nadi, nel versante sud orientale, nella zona denominata Coral Beach, esattamente a Korotogo, nel resort “Bedarra Beach Inn”. La scelta di venire alle Fiji non è stata del tutto casuale ma neanche predeterminata. Lasciato il Vietnam dopo i 30 giorni che il visto turistico concede, dovendo andare da Isa, negli USA, a metà maggio, circa, dovevamo decidere dove stare.
Originariamente avevamo pensato di tornare a casa per un mesetto e poi partire per gli States, ma sinceramente non ci conveniva in nessun senso. Allora, grazie alla pulce nell'orecchio di Alessandro, il ragazzo di San Sperate conosciuto in Laos, ci è balenata l'idea del Giappone. Le Fiji non sono mai state così attrattive per noi, siamo sardi. Abbiamo visitato tanti mari tropicali, d'inverno, ma per fare immersioni, Maldive comprese. Non siamo amanti di queste zone blasonate se non per fare qualcosa di particolare o per svernare, perché da maggio in poi niente è paragonabile alla nostra bellissima Sardegna. Certo, la vegetazione rigogliosa, le palme altissime e la barriera corallina sono una meraviglia, ma se pensiamo al Golfo di Orosei, alla costa verde, alla costa Smeralda (senza i ricchi) alla meravigliosa Chia, la nostra Barisardo e il litorale di Cardedu, Costa Rei e ci metto pure i 12 km del poetto, chi ci tocca...neanche le Fiji credeteci. Il Giappone invece ci interessava eccome, ma purtroppo, nonostante settimane di ricerche, non abbiamo trovato alloggi se non a pagarli da 300 euro in su a notte e spesso neanche quelli. Questo perché ora il Giappone è nella sua altissima stagione, primavera esplosiva, ma anche perché quest'anno, anzi proprio oggi, il vecchio imperatore Akihito abdica a favore del figlio Narhuito, prima abdicazione in 200 anni, e quindi per due settimane circa il Giappone è sold out. Insomma bisogna prenotare almeno sei mesi prima per avere meno spese possibili in un paese tanto bello quanto dispendioso. Niente Giappone; pensando ad altri lidi come la Papua Nuova Guinea, nostro sogno da realizzare, alla Malesia, che abbiamo già avuto il privilegio di vedere anni fa, le Filippine, anch'esse viste anni fa ecc. abbiamo optato per un posto che ci desse l'opportunità di stare tranquilli dal punto di vista climatico (a maggio la maggior parte di zone orientali cominciano ad avere problemi di piogge torrenziali, venti forti e chi più ne ha più ne metta), che fosse una nuova scoperta e soprattutto ci avvicinasse agli USA, non ripassando per l'Europa, con una spesa abbastanza conveniente visto il contesto (poco più di 300 euro a testa).
Ed eccoci qua, tra i ricconi e i simpatici fijiani, sempre meglio i secondi. In aeroporto la prima sopresa, tre musicisti, con ukulele e chitarre, danno il benvenuto. Tutti ti accolgono con sorrisi e “Bula”, il saluto fijiano per eccellenza. Aeroporto facilmente fruibile, con controlli molto attenti ma non severi, ci porta in direzione ritiro bagagli e se pensavamo di avere visto quasi tutto in questo lungo viaggio, sbagliavamo. Non solo moltissimi uomini fijiani usano la gonna, sotto al ginocchio, ma i poliziotti in aeroporto sono uno spasso: hanno la giacca, elegantissima, con tanto di mostrine e alamari e la gonna, ma non quella normale, quella di Fred Flinstone, con il bordo tagliato a VVVV (proprio così) e i sandali rigorosamente neri, stile francescano. Sono elegantissimi e la divisa è nera ma poi abbassi lo sguardo e ti sembra uno scherzo. Purtroppo non siamo riusciti a fotografarli perché il loro aspetto, così come l'atteggiamento, sono molto seri e non volevamo aprire un caso diplomatico appena arrivati. Altra cosa da sapere: i fijiani sono ENORMIII. Uomini e donne sono altissimi e possenti, i più bassi sono altri 1.80 cm, pazzeschi. Le donne, donnone, spesso pienotte, con bei culoni, un po come in alcune etnie africane, sono riccissime e simpatiche. Gli omoni nonostante questa stazza imponente sono sempre sorridenti e accoglienti e molti sono anche belli. Beh, dopo queste digressioni estetiche, ritirati i bagagli, dobbiamo andare al resort, che dista 70 km circa. Il taxi? ma giammai; il tourist bus? Ma quando mai; Il bus local? certamente che siii, costo 7 Dollari Fijiani a testa, ovvero 3 euro. Entrati in bus, dove sono tutti fijiani enormi che ci guardano straniti e divertiti, prendiamo posto e ci godiamo questa meraviglia di gente e di prescorso. Dopo un'oretta ci si ferma a sei km dal resort, in una cittadina che si chiama Sigatoka dove alcuni scendono, altri algono e noi ci compriamo dei panzerotti invitanti che alcune donnone vendono a bordo strada. Sono delle spianatine o meglio piadine ripiene di patate e intrugli buonissimi, chiuse a fagottino, sono i “Rooti fijiani”, costo un dollaro fijiano cadauno. Dopo questa pausa di circa 15 minuti arriviamo nei pressi del resort, a 800 metri di distanza, dove ci “scaricano” . Piedi piedini arriviamo come due pellegrini in questo bel posto. Il resort è molto carino, la hall della reception anche.
La recepionist ci saluta caldamente e possiamo prendere le chiavi ed entrare in possesso della nostra bella stanza. È molto grande, confortevole, con una veranda magnifica con vista sul tratto di oceano antistante. Bello davvero. Andiamo a vedere la spiaggia; non è grandissima è corallina, stretta, molto suggestiva. L'oceano invece è pulito e caldo e a circa 200 metri dalla riva si staglia il “drop off” della barriera corallina, ovvero il gradino coralligero in cui sprofonda. Le palme ci sovrastano, è davvero bello. Molti turisti si sbragano sui lettini nel prato adiacente alla spiaggia oppure in piscina, nel resort. Fortunatamente non siamo qui per stare al mare o per fare l'unica vacanza dell'anno, perché saremmo leggermente delusi. c'eravamo fatti l'idea di spiagge spettacolari e mare turchino, un po come le Maldive, ma così non è. Va benissimo lo stesso, ci serve stare qui a ricaricare le batterie e a organizzare il più possibile la permanenza negli States, in cui, lasciata per un po Isa, ci vedrà impegnati in una nuova avventura. Ok, è ora di una doccia e di una buona cena. Ci meritiamo una cenetta con, udite udite: pasta.
Per la prima volta e con tantissima paura affronteremo la prova del cuoco: spaghetti e fettuccine ai frutti di mare. Arrivano questi due bei piatti di pasta dall'invitante aspetto che poi si riveleranno anche perfetti (e non è colpa della lontananza, è proprio bravissimo lo chef). Accompagnamo il tutto con una bottiglia, finalmente, di vino rosso, un Cabernet Sauvignon 2017 australiano! cioè fantastico vino, visto che i vini australiani sono anche tra i migliori al mondo. Ce lo meritiamo e brindiamo così alla Vostra e alla Nostra salute.
Airlines, non ci ha deluso. Abbiamo sentito qualche perturbazione qua e là ma niente di serio, per fortuna. Viaggiare sull'Oceano mi da da pensare, soprattutto quando molti passeggeri sono musulmani, ma sono solo brutti pregiudizi, poi finisce sempre che il sonno ha la meglio. Alle Fiji dobbiamo posticipare di tre ore l'orario indocinese, quindi, se prima eravamo a sei ora avanti rispetto all'Italia ora ne avremo 9 in avanti. Atterriamo alle 10.00 ora locale.
Siamo all'aeroporto interazionale di Nadi, terza città più popolosa delle isole Fiji. Queste sono moltissime, circa trecento ma le due più grandi sono Viti Levu e Vanua Levu. Nella prima ci sono sia l'aeroporto internazionale di Nadi che la capitale delle Fiji, Suva; si trovano l'una dalla parte opposta rispetto all'altra. Noi alloggeremo a 70 km da Nadi, nel versante sud orientale, nella zona denominata Coral Beach, esattamente a Korotogo, nel resort “Bedarra Beach Inn”. La scelta di venire alle Fiji non è stata del tutto casuale ma neanche predeterminata. Lasciato il Vietnam dopo i 30 giorni che il visto turistico concede, dovendo andare da Isa, negli USA, a metà maggio, circa, dovevamo decidere dove stare.
Originariamente avevamo pensato di tornare a casa per un mesetto e poi partire per gli States, ma sinceramente non ci conveniva in nessun senso. Allora, grazie alla pulce nell'orecchio di Alessandro, il ragazzo di San Sperate conosciuto in Laos, ci è balenata l'idea del Giappone. Le Fiji non sono mai state così attrattive per noi, siamo sardi. Abbiamo visitato tanti mari tropicali, d'inverno, ma per fare immersioni, Maldive comprese. Non siamo amanti di queste zone blasonate se non per fare qualcosa di particolare o per svernare, perché da maggio in poi niente è paragonabile alla nostra bellissima Sardegna. Certo, la vegetazione rigogliosa, le palme altissime e la barriera corallina sono una meraviglia, ma se pensiamo al Golfo di Orosei, alla costa verde, alla costa Smeralda (senza i ricchi) alla meravigliosa Chia, la nostra Barisardo e il litorale di Cardedu, Costa Rei e ci metto pure i 12 km del poetto, chi ci tocca...neanche le Fiji credeteci. Il Giappone invece ci interessava eccome, ma purtroppo, nonostante settimane di ricerche, non abbiamo trovato alloggi se non a pagarli da 300 euro in su a notte e spesso neanche quelli. Questo perché ora il Giappone è nella sua altissima stagione, primavera esplosiva, ma anche perché quest'anno, anzi proprio oggi, il vecchio imperatore Akihito abdica a favore del figlio Narhuito, prima abdicazione in 200 anni, e quindi per due settimane circa il Giappone è sold out. Insomma bisogna prenotare almeno sei mesi prima per avere meno spese possibili in un paese tanto bello quanto dispendioso. Niente Giappone; pensando ad altri lidi come la Papua Nuova Guinea, nostro sogno da realizzare, alla Malesia, che abbiamo già avuto il privilegio di vedere anni fa, le Filippine, anch'esse viste anni fa ecc. abbiamo optato per un posto che ci desse l'opportunità di stare tranquilli dal punto di vista climatico (a maggio la maggior parte di zone orientali cominciano ad avere problemi di piogge torrenziali, venti forti e chi più ne ha più ne metta), che fosse una nuova scoperta e soprattutto ci avvicinasse agli USA, non ripassando per l'Europa, con una spesa abbastanza conveniente visto il contesto (poco più di 300 euro a testa).
Ed eccoci qua, tra i ricconi e i simpatici fijiani, sempre meglio i secondi. In aeroporto la prima sopresa, tre musicisti, con ukulele e chitarre, danno il benvenuto. Tutti ti accolgono con sorrisi e “Bula”, il saluto fijiano per eccellenza. Aeroporto facilmente fruibile, con controlli molto attenti ma non severi, ci porta in direzione ritiro bagagli e se pensavamo di avere visto quasi tutto in questo lungo viaggio, sbagliavamo. Non solo moltissimi uomini fijiani usano la gonna, sotto al ginocchio, ma i poliziotti in aeroporto sono uno spasso: hanno la giacca, elegantissima, con tanto di mostrine e alamari e la gonna, ma non quella normale, quella di Fred Flinstone, con il bordo tagliato a VVVV (proprio così) e i sandali rigorosamente neri, stile francescano. Sono elegantissimi e la divisa è nera ma poi abbassi lo sguardo e ti sembra uno scherzo. Purtroppo non siamo riusciti a fotografarli perché il loro aspetto, così come l'atteggiamento, sono molto seri e non volevamo aprire un caso diplomatico appena arrivati. Altra cosa da sapere: i fijiani sono ENORMIII. Uomini e donne sono altissimi e possenti, i più bassi sono altri 1.80 cm, pazzeschi. Le donne, donnone, spesso pienotte, con bei culoni, un po come in alcune etnie africane, sono riccissime e simpatiche. Gli omoni nonostante questa stazza imponente sono sempre sorridenti e accoglienti e molti sono anche belli. Beh, dopo queste digressioni estetiche, ritirati i bagagli, dobbiamo andare al resort, che dista 70 km circa. Il taxi? ma giammai; il tourist bus? Ma quando mai; Il bus local? certamente che siii, costo 7 Dollari Fijiani a testa, ovvero 3 euro. Entrati in bus, dove sono tutti fijiani enormi che ci guardano straniti e divertiti, prendiamo posto e ci godiamo questa meraviglia di gente e di prescorso. Dopo un'oretta ci si ferma a sei km dal resort, in una cittadina che si chiama Sigatoka dove alcuni scendono, altri algono e noi ci compriamo dei panzerotti invitanti che alcune donnone vendono a bordo strada. Sono delle spianatine o meglio piadine ripiene di patate e intrugli buonissimi, chiuse a fagottino, sono i “Rooti fijiani”, costo un dollaro fijiano cadauno. Dopo questa pausa di circa 15 minuti arriviamo nei pressi del resort, a 800 metri di distanza, dove ci “scaricano” . Piedi piedini arriviamo come due pellegrini in questo bel posto. Il resort è molto carino, la hall della reception anche.
La recepionist ci saluta caldamente e possiamo prendere le chiavi ed entrare in possesso della nostra bella stanza. È molto grande, confortevole, con una veranda magnifica con vista sul tratto di oceano antistante. Bello davvero. Andiamo a vedere la spiaggia; non è grandissima è corallina, stretta, molto suggestiva. L'oceano invece è pulito e caldo e a circa 200 metri dalla riva si staglia il “drop off” della barriera corallina, ovvero il gradino coralligero in cui sprofonda. Le palme ci sovrastano, è davvero bello. Molti turisti si sbragano sui lettini nel prato adiacente alla spiaggia oppure in piscina, nel resort. Fortunatamente non siamo qui per stare al mare o per fare l'unica vacanza dell'anno, perché saremmo leggermente delusi. c'eravamo fatti l'idea di spiagge spettacolari e mare turchino, un po come le Maldive, ma così non è. Va benissimo lo stesso, ci serve stare qui a ricaricare le batterie e a organizzare il più possibile la permanenza negli States, in cui, lasciata per un po Isa, ci vedrà impegnati in una nuova avventura. Ok, è ora di una doccia e di una buona cena. Ci meritiamo una cenetta con, udite udite: pasta.
Per la prima volta e con tantissima paura affronteremo la prova del cuoco: spaghetti e fettuccine ai frutti di mare. Arrivano questi due bei piatti di pasta dall'invitante aspetto che poi si riveleranno anche perfetti (e non è colpa della lontananza, è proprio bravissimo lo chef). Accompagnamo il tutto con una bottiglia, finalmente, di vino rosso, un Cabernet Sauvignon 2017 australiano! cioè fantastico vino, visto che i vini australiani sono anche tra i migliori al mondo. Ce lo meritiamo e brindiamo così alla Vostra e alla Nostra salute.
1 Dollaro Fijiano ad oggi = 0.40 cent di euro