Anche l'avventura Fiji è giunta al temine. Abbiamo trascorso il nostro soggiorno in completo relax. Questa permanenza ci ha dato la
possibilità di pianificare la nostra prossima avventura, che si svilupperà negli Stati Uniti. Prepariamo la colazione nel nostro loggiato, il cielo è grigio con qualche schiarita ogni tanto e scrosci d'acqua che si alternano al sole. All'improvviso si materializza un arcobaleno meraviglioso a 180º, questo è il saluto che ci riservano le isole Fiji. In questa avventura siamo partiti dall'Europa per arrivare in Asia, quindi in Oceania e ora ci accingiamo a raggiungere il nostro prossimo continente,l'America; senza volerlo, faremo il giro del mondo. Le Fiji ci hanno regalato paesaggi e persone indimenticabili, dove cortesia e accoglienza regnano su tutto. Proprio oggi l'ultimo episodio che ci ha lasciati esterrefatti.
Abbiamo lasciato l'albergo alle 10:20 per recarci, a piedi, verso la Queens Road in un punto in cui passano i bus che conducono all' aeroporto. Conoscevamo orari e importo, il bus sarebbe dovuto passare, all'incirca, alle 10:50, per un importo di 7$fijiani a testa, circa 3 euro. Zaino in spalla percorriamo gli 800m che ci separano dalla strada principale e restiamo in attesa del bus; il tempo ci ha graziati, non piove più. Le fermate non sono sempre prestabilite, basta che per strada, in qualsiasi punto, alzi le braccia e diventa una fermata. Qui poi regna ancora la consuetudine dei passaggi; se ti vedono per strada, senza che tu chieda nulla si fermano per offrirti un passaggio. Così come stamattina per noi due, alcuni si fermano per offrirci passaggi almeno fino alla vicina città di Sigatoka, che però rifiutiamo spiegando che siamo diretti in aeroporto. Si ferma pure qualche taxi che ci propone cifre scontate, ma non troppo; infine un tassista si ferma e ci chiede dove siamo diretti, gli diciamo che andiamo in aeroporto e che stiamo aspettando il bus e lui: "Vi porto io!" .
Noi titubanti rinunciamo, anche per le cifre poco economiche dei taxi per l'aeroporto (dai 40 euro in su) e lui ci dice che sta rientrando in aeroporto e che ci avrebbe fatto pagare esattamente quanto il bus ovvero 14$. Ancora increduli accettiamo il passaggio con il terrore che sotto ci sia la fregatura, ma l'unica fregatura è la nostra mente malata di "diffidenza" verso il prossimo o semplicemente il fatto che, in qualunque altro paese, mai si sarebbero proposti in questo modo, neanche con un "rientro a vuoto" , tipico dei tassisti. Questo è solo l'ultimo dei gesti che contraddistinguono questi meravigliosi fijiani. Arrivati in aeroporto cerchiamo dove fare il check-in, ma é troppo presto e non si può. Piano B, andiamo a mangiare. Nelle nostre chiacchiere a tavola ci ricordiamo dei poliziotti fijiani, così caratteristici, che trovammo al nostro arrivo e, in fondo, in fondo,non ci dispiacerebbe rivederli ma non c'è neanche l'ombra.
Trascorriamo la serata gironzolando in aeroporto; al banco informazioni ci sconsigliano di andare in città, a Nadi, perché é domenica e troveremmo tutto chiuso. Accettiamo il saggio consiglio e facciamo il giro di tutti i duty-free, delizia per Roberta, "la curiosità é femmina". Il sole sta per tramontare, avremmo voluto un contesto un po più romantico per l'ultimo nostro tramonto alle Fiji, ma come al solito, chi si accontenta gode. Pronti per immortalare l'ultimo tramonto e chi spunta, il poliziotto con la gonna alla Fred Flinstone. Presi di sorpresa cerchiamo di fargli una foto ma un po per la fretta e molto per il controluce, non vengono un granché bene, anzi.
Pazienza, in compenso il tramonto tra gli aerei non è stato poi così male. Arriva l'ora dell'imbarco, ultimo saluto a questa terra, "Vinaka Vakalevu Fiji" tantissime grazie Fiji, con la voglia di tornare ti lasciamo così, domani saremo in USA.
Travelgiro "By Gigi e Robi" Isole Fiji
Diario di viaggio. Impressioni, consigli, suggerimenti sui nostri viaggi
"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"
8 maggio 2019. Coral Coast, Viti Levu, Fiji
Oggi giornata di esplorazione . Abbiamo preso a noleggio un auto per cercare di vedere qualcosa in più di quest'isola, costo del noleggio 130 dollari fijani, circa 53€. l'appuntamento col noleggiatore era per le 9:00 ma con il "Fijian time" sono diventate le 9:30 e sbrigate le carte , alle 9:45 siamo pronti per uscire .
Ci spostiamo verso Nord , andiamo in direzione Nadi, la seconda città più importante dell'isola, dopo Suva, la capitale. Il primo paese/cittadina che raggiungiamo è Sinatoka (la cittadina più importante nella costa ovest, qui a Korotog), superata la quale ci spostiamo verso la costa. Stiamo percorrendo la Queens Road, strada che collega le varie città, arteria principale che fa il periplo dell'isola, praticamente. Per accedere alle coste bisogna lasciarla e perdere degli accessi secondari. Subito dopo Sinatoka infatti, la lasciamo e ci dirigiamo verso una zona in cui insistono delle dune immense di sabbia. È una zona di dune gigantesca che degradano sino ad arrivare al mare ma decidiamo di non approfondire la visita e andiamo avanti per motivi di tempo. Troviamo paesini e piccoli villaggi; quello che ci stupisce di questo posto è sempre la gente.
Ci sono tanti ragazzi che vanno a scuola con le loro divise , ci fa strano vedere i ragazzi che usano la gonna mentre le ragazze usano una sorta di pantalone, anzi è un pantalone bianco, con la casacca verde sopra, insomma, si sono invertite le parti , gli uomini con la gonna e le donne con i pantaloni . Non manca mai un saluto dei locali nei nostri confronti , non per referenza verso il turista ma proprio per rispetto , che è nella loro indole . L'asfalto termina e inizia un sentiero di sterrato non abbiamo una macchina adatta questo tipo di strade e quindi procediamo con molta cautela .
Dovete sapere che qui esisteva una ferrovia locale , che percorreva, praticamente, tutta la parte occidentale dell'isola, arrivando fino a Nadi . Ancora sono ben visibili i binari e proprio in un tratto di questi ci fermiamo. Siamo vicino alla spiaggia , una di quelle che c'eravamo prefissati di visitare . Siamo a Cuvu Beach, arriviamo attraverso un piccolo sentierino e si apre di fronte a noi questa spiaggia praticamente deserta . L'abbiamo percorsa per un bel tratto godendoci la sensazione di essere dei Robison Crusoe.
In questo tratto di spiaggia non ci sono Resort o attrazioni turistiche in particolare, praticamente è una parte di spiaggia della quale usufruiscono solo i locali e aggiungerei che non ne usufruiscono affatto. Trascorriamo la nostra bella mezz'oretta passeggiando in questo paradiso, dopodiché decidiamo di proseguire il nostro cammino . Tornati in macchina proseguiamo tra asfalto e sterrato, forse più sterrato che asfalto, stando molto attenti alle buche e strada sconnessa . Arriviamo alla spiaggia successiva, ritrovando ancora i vecchi binari. Anche questa lingua di sabbia é deserta, siamo a Malomalo e non sappiamo se la spiaggia abbia lo stesso nome. La barriera corallina, qui, ha creato degli scenari particolari , con strisce di scogli coralligeri che affiorano nella spiaggia . Gli unici spettatori di questa meraviglia sono alcuni fijani che vivono in una decina di capanne adiacenti alla spiaggia . Il tutto è meraviglia . Questo tratto di spiaggia sarà lungo almeno quattro o cinque chilometri; spiaggia incontaminata con un mare cristallino, uno spettacolo per gli occhi . A primo impatto, appena arrivati, la famosa "Coral Coast" dove alloggiamo, non ci aveva fatto una grande impressione (non è stato un amore a prima vista) ma è stato solamente il primo impatto. Qui, nelle coste vicine, ci ricrediamo assolutamente. Continuiamo a scorrazzare tra giungla, sterrati e colline verdi; le strade poco turistiche sono sempre state quelle che a noi sono piaciute di più, per cui non ce ne priviamo. Così arriviamo alla nostra terza meta, la spiaggia di Natadola, considerata come la più bella di quest'isola, noi non siamo dello stesso parere, perché, quella vista prima, riteniamo sia migliore. La spiaggia è ampia e lunghissima, pulita e il mare è cristallino, protetto dalla parriera corallina che attenua il moto ondoso. A questa bella spiaggia si affacciano almeno due grossi Resort, di conseguenza é leggermente più affollata. A bordo spiaggia baracchini con delle massaggiatrici che si propongono per offrirti le loro prestazioni (parliamo di massaggi seri fatti da donnone fijiane cazzutissime), un maneggio e forse altro ancora, ma la nosta visita non ha potuto accertarlo. Ripartiamo, stavolta in direzione di Nadi. Riacquistiamo l'arteria principale, Queens Road e dopo una trentina di chilometri siamo in città. Il traffico é tantissimo, pensare che non guidavo un auto da cinque mesi e ora mi ritrovo qui, con guida a sinistra e cambio automatico, non é cosa semplice. Cerco di districarmi, con l'aiuto di Robi, che fa da navigatore, raggiungiamo la spiaggia della città. Meglio niente. La spiaggia è una lingua di sabbia trascurata e sporca, il mare fa paura, é marrone. Non farei il bagno neanche se mi pagassero, osceno. Disgustati da tale spettacolo ci rimettiamo in viaggio per percorrere i 70Km che ci distanziano dal nostro alloggio. Ancora Queens Road fino a Coral Beach dove alloggiamo. Prima però una capatina a Sigatoka ad acquistare un po di birra e del buon vino australiano. Si é fatta sera, finiamo la serata in un ristorante vicino al nostro Resort; questo ci propone una cena con menù Indiano, per noi va bene. Finiamo pieni come porci, abbiamo mangiato per quattro, un menù squisito e particolare. È ora di andare a nanna, per oggi può bastare.
Ci spostiamo verso Nord , andiamo in direzione Nadi, la seconda città più importante dell'isola, dopo Suva, la capitale. Il primo paese/cittadina che raggiungiamo è Sinatoka (la cittadina più importante nella costa ovest, qui a Korotog), superata la quale ci spostiamo verso la costa. Stiamo percorrendo la Queens Road, strada che collega le varie città, arteria principale che fa il periplo dell'isola, praticamente. Per accedere alle coste bisogna lasciarla e perdere degli accessi secondari. Subito dopo Sinatoka infatti, la lasciamo e ci dirigiamo verso una zona in cui insistono delle dune immense di sabbia. È una zona di dune gigantesca che degradano sino ad arrivare al mare ma decidiamo di non approfondire la visita e andiamo avanti per motivi di tempo. Troviamo paesini e piccoli villaggi; quello che ci stupisce di questo posto è sempre la gente.
Ci sono tanti ragazzi che vanno a scuola con le loro divise , ci fa strano vedere i ragazzi che usano la gonna mentre le ragazze usano una sorta di pantalone, anzi è un pantalone bianco, con la casacca verde sopra, insomma, si sono invertite le parti , gli uomini con la gonna e le donne con i pantaloni . Non manca mai un saluto dei locali nei nostri confronti , non per referenza verso il turista ma proprio per rispetto , che è nella loro indole . L'asfalto termina e inizia un sentiero di sterrato non abbiamo una macchina adatta questo tipo di strade e quindi procediamo con molta cautela .
Dovete sapere che qui esisteva una ferrovia locale , che percorreva, praticamente, tutta la parte occidentale dell'isola, arrivando fino a Nadi . Ancora sono ben visibili i binari e proprio in un tratto di questi ci fermiamo. Siamo vicino alla spiaggia , una di quelle che c'eravamo prefissati di visitare . Siamo a Cuvu Beach, arriviamo attraverso un piccolo sentierino e si apre di fronte a noi questa spiaggia praticamente deserta . L'abbiamo percorsa per un bel tratto godendoci la sensazione di essere dei Robison Crusoe.
In questo tratto di spiaggia non ci sono Resort o attrazioni turistiche in particolare, praticamente è una parte di spiaggia della quale usufruiscono solo i locali e aggiungerei che non ne usufruiscono affatto. Trascorriamo la nostra bella mezz'oretta passeggiando in questo paradiso, dopodiché decidiamo di proseguire il nostro cammino . Tornati in macchina proseguiamo tra asfalto e sterrato, forse più sterrato che asfalto, stando molto attenti alle buche e strada sconnessa . Arriviamo alla spiaggia successiva, ritrovando ancora i vecchi binari. Anche questa lingua di sabbia é deserta, siamo a Malomalo e non sappiamo se la spiaggia abbia lo stesso nome. La barriera corallina, qui, ha creato degli scenari particolari , con strisce di scogli coralligeri che affiorano nella spiaggia . Gli unici spettatori di questa meraviglia sono alcuni fijani che vivono in una decina di capanne adiacenti alla spiaggia . Il tutto è meraviglia . Questo tratto di spiaggia sarà lungo almeno quattro o cinque chilometri; spiaggia incontaminata con un mare cristallino, uno spettacolo per gli occhi . A primo impatto, appena arrivati, la famosa "Coral Coast" dove alloggiamo, non ci aveva fatto una grande impressione (non è stato un amore a prima vista) ma è stato solamente il primo impatto. Qui, nelle coste vicine, ci ricrediamo assolutamente. Continuiamo a scorrazzare tra giungla, sterrati e colline verdi; le strade poco turistiche sono sempre state quelle che a noi sono piaciute di più, per cui non ce ne priviamo. Così arriviamo alla nostra terza meta, la spiaggia di Natadola, considerata come la più bella di quest'isola, noi non siamo dello stesso parere, perché, quella vista prima, riteniamo sia migliore. La spiaggia è ampia e lunghissima, pulita e il mare è cristallino, protetto dalla parriera corallina che attenua il moto ondoso. A questa bella spiaggia si affacciano almeno due grossi Resort, di conseguenza é leggermente più affollata. A bordo spiaggia baracchini con delle massaggiatrici che si propongono per offrirti le loro prestazioni (parliamo di massaggi seri fatti da donnone fijiane cazzutissime), un maneggio e forse altro ancora, ma la nosta visita non ha potuto accertarlo. Ripartiamo, stavolta in direzione di Nadi. Riacquistiamo l'arteria principale, Queens Road e dopo una trentina di chilometri siamo in città. Il traffico é tantissimo, pensare che non guidavo un auto da cinque mesi e ora mi ritrovo qui, con guida a sinistra e cambio automatico, non é cosa semplice. Cerco di districarmi, con l'aiuto di Robi, che fa da navigatore, raggiungiamo la spiaggia della città. Meglio niente. La spiaggia è una lingua di sabbia trascurata e sporca, il mare fa paura, é marrone. Non farei il bagno neanche se mi pagassero, osceno. Disgustati da tale spettacolo ci rimettiamo in viaggio per percorrere i 70Km che ci distanziano dal nostro alloggio. Ancora Queens Road fino a Coral Beach dove alloggiamo. Prima però una capatina a Sigatoka ad acquistare un po di birra e del buon vino australiano. Si é fatta sera, finiamo la serata in un ristorante vicino al nostro Resort; questo ci propone una cena con menù Indiano, per noi va bene. Finiamo pieni come porci, abbiamo mangiato per quattro, un menù squisito e particolare. È ora di andare a nanna, per oggi può bastare.
4 Maggio 2019. Sigatoka Fiji
(Un pensiero a te Vittorina, buon compleanno).
Non paghi dell'esperienza “citta” dell'altro giorno, oggi si va nuovamente tra la gente vera. Armati di tessera rossa, per accedere al bus locale, ci incamminiamo verso la “fermata”. Non c'è una vera e propria fermata, diciamo che il bus si ferma dove serve, dove viene richiesto, come un taxi. La cosa più divertente è il modo di prenotare le fermate per scendere. Lungo entrambi i lati del bus scorre un cordino bianco (dalla postazione dell'autista agli ultimi posti) che devi tirar giù delicatamente in prossimità della tua fermata e che emette un suono da trombetta, inconfondibile per l'autista che si ferma subito, rischio tamponamento... fortuna che traffico non ce n'è . Alla fermata, mentre aspettiamo, si ferma una macchina per darci un passaggio, I vetri sono oscurati ma si intravede bene il conducente con barba e il Kufi in testa; è palesemente un gentilissimo musulmano insomma. Peccato che quando apro lo sportello mi rendo conto che dentro c'è tutta la famiglia (forse): 3 bambini e una donna (una sola in questo caso). Non ci va di farli scomodare e creare disagio e quindi rinunciamo al passaggio non prima di aver fatto capire loro il motivo, volesse mai Allah che pensassero male.
Arriva il bus e quindi si va in “citta’”. Oggi ce la godiamo un po di più; sono le 11.00. Gente ovunque, soprattutto del posto. Qualche turista muso bianco come noi fa spesa e gironzola tra i negozietti di artigianato e souvenirs. I fijiani non sono abili artigiani ma molto fantasiosi nell'utilizzare ciò che la natura offre: legna, cocchi, argilla, conchiglie che assemblati con fantasia creano dei piccoli capolavori rustici. La gente è meravigliosa; salutano tutti con il Bula (Ciao) o anche good morning ma salutano sempre con un sorriso che viene dal cuore. Sono il popolo più bello che abbiamo incontrato finora. So di averlo detto per i vietnamiti, che rimarranno sempre nei nostri cuori o per i birmani, così come per i cambogiani, insomma per tutti ma questi sono un pochino speciali davvero. Diciamo che la prestanza fisica (sono bisonti) è direttamente proporzionale alla gentilezza d'animo. Se ti sfiorano erroneamente, si scusano come non mai. Sono veramente belli da vedere con le loro facce strane, fisiognomicamente aborigene, interessanti in ogni senso ed estremamente accoglienti; quanto ci ricordano il film di animazione della Disney “Oceania”. Si fa mezzogiorno e cerchiamo qualcosa da mangiare, qui non manca di certo. L'odore del pane appena sfornato e dei dolci impregna l'aria. Entriamo in un fast food dove vediamo solo gente del posto. È un locale indiano, molto ben attrezzato e con tante pietanze in bella mostra. Si è rivelata un’ottima scelta; come sempre, dove mangiano i locali si mangia da Dio. Dovete sapere che le isole Fiji sono patria dei nativi ma anche di grandi comunità indiane e islamiche. Gli indiani hanno una marea di attività commerciali qui e sono integrati benissimo, così come i musulmani del resto; è la grandezza della tolleranza, quella che molti di noi non sanno ancora cosa sia. Dopo pranzo facciamo la spesa: VINO. Vino Australiano da bere in balcone/terrazza o direttamente al mare, sulla spiaggia magari, di fronte ad un bel tramonto. Due belle (speriamo altrettanto buone) bottiglie di vino rosso, birra locale, qualche snack e si torna a “casetta”.
Prendiamo il bus che a metà strada ha un guasto. Arriva il sostituto dopo circa 15 minuti e arriviamo sani e salvi al resort, noi e le bottiglie. Il pomeriggio ci vede di “studio” (tesina🤣🤣🤣). Ci godiamo poi il tramonto sul mare. Il sole è enorme, bellissimo. La cena sarà fronte mare, smurzo(=due cosucce) ma non vino perché il mio stomachino oggi non è pronto. Aspettiamo a domani……….. “Dopotutto, domani è un altro giorno” ( Rossella O’ Hara docet).
3 Maggio 2019. Bedarra Fiji
Il 3 Maggio non abbiamo fatto grandi cose. È stata una giornata sorniona, tra vento, che spettina i capelli di Gigi, riflessioni, programmazioni ecc.. Il mare, le palme e il prato verde di fronte al nostro grande balcone sono una meraviglia di cui godiamo quotidianamente.
C'è sempre molto vento, caldo, ma ben presente. Il mare nei duecento metri circa fronte spiaggia è assolutamente ridossato, la barriera corallina fa da muro alle onde oceaniche che vi si infrangono. Spettacolare vedere questa striscia di schiuma bianca e sentirne il rumore. Come avevo già scritto, da maggio tutte le aree sud asiatiche e dintorni sono a rischio maltempo. Il periodo di transizione porta venti forti e piogge che diventano torrenziali man mano si va avanti nei mesi. Non dimentichiamo che tra cicloni e alisei bisogna scegliere bene dove stare, cause di forza maggiore permettendo, motivo per cui abbiamo optato per le Fiji che, invece, vede l'arrivo della bella stagione ma che è ancora in transizione. La scelta fatta è stata ben ponderata e sinceramente è proprio come avremmo voluto, una soluzione più “stabile” e meno monotona delle isolette, che sono sicuramente spettacolari. Questo è uno step per noi, nuovo, bellissimo e interessante ma di transito.
Il nostro alloggio è veramente molto confortevole e il nostro balcone/terrazza ci vede spesso tra colazione e aperitivo a godere delle bellezze intorno e a “studiare” i prossimi spostamenti….fra poco discuteremo la tesi (😜😜😜) che ci vedrà impegnati in un' altra lunga avventura prima di tornare nella nostra Sardegna.
C'è sempre molto vento, caldo, ma ben presente. Il mare nei duecento metri circa fronte spiaggia è assolutamente ridossato, la barriera corallina fa da muro alle onde oceaniche che vi si infrangono. Spettacolare vedere questa striscia di schiuma bianca e sentirne il rumore. Come avevo già scritto, da maggio tutte le aree sud asiatiche e dintorni sono a rischio maltempo. Il periodo di transizione porta venti forti e piogge che diventano torrenziali man mano si va avanti nei mesi. Non dimentichiamo che tra cicloni e alisei bisogna scegliere bene dove stare, cause di forza maggiore permettendo, motivo per cui abbiamo optato per le Fiji che, invece, vede l'arrivo della bella stagione ma che è ancora in transizione. La scelta fatta è stata ben ponderata e sinceramente è proprio come avremmo voluto, una soluzione più “stabile” e meno monotona delle isolette, che sono sicuramente spettacolari. Questo è uno step per noi, nuovo, bellissimo e interessante ma di transito.
Il nostro alloggio è veramente molto confortevole e il nostro balcone/terrazza ci vede spesso tra colazione e aperitivo a godere delle bellezze intorno e a “studiare” i prossimi spostamenti….fra poco discuteremo la tesi (😜😜😜) che ci vedrà impegnati in un' altra lunga avventura prima di tornare nella nostra Sardegna.
2 maggio 2019. Sigatoka Town, Fiji
Si va a Sigatoka, la cittadina a 6 km dal resort. Siccome non abbiamo intenzione di farci spennare ogni giorno a colazione pranzo e cena, prendiamo in considerazione di comprare qualcosa per attutire i costi, soprattutto per le colazioni; una colazione costa circa 5 euro a testa e se lo si fa per una o due settimane di vacanze all'anno forse si può pensare di poterlo fare, forse, ma per noi non è così.
In camera abbiamo bollitore, te, caffè e latte ogni giorno, quindi ci sembra più opportuno che mangiare cose strane spendendo troppo. Ci sta la cena e qualche pranzo ma noi, in questo contesto, in questa lunga avventura, ci riteniamo viaggiatori, non turisti. Ci sono diverse opzioni per raggiungere Sigatoka, la cittadina più vicina: taxi, che è abbastanza economico (circa 4 euro a viaggio), macchina a noleggio o local bus, ovviamente scegliamo l'ultimo. Andiamo verso la fermata del bus che passa ogni mezz'ora e che collega varie località tra loro, compresa la capitale, Suva, che dista da qui poco più di 100 km. Aspettiamo circa 20 minuti quando una donna, alla guida di uno Station Wagon, si ferma e ci chiede se abbiamo bisogno di un passaggio per la città perché lei sta andando proprio li; e certo che si, approfittiamo della gentilezza e disponibilità, che qui sono di casa evidentemente. È una Signora inglese che vive qui da 16 anni e ha un laboratorio di lavorazione del vetro, proprio vicino al nostro resort. Ci da alcune dritte, ci dice anche dove andare nel caso prendessimo una macchina a noleggio nei prossimi giorni, cosa che abbiamo intenzione di fare. Dopo circa 10 minuti siamo in “citta”. È una cittadina molto carina con market, mercato ortofrutticolo, negozietti di souvenir e abitazioni più o meno fatiscenti. Salutata la gentilissima Signora, armati di zainetti, andiamo a fare la spesa. Prima tappa a odore, a profumo di dolci appena sfornati: la “Hot Bread Kithchen” un panificio che fa anche bomboloni con la panna, fatti fritti, brioche alla crema e cannella, fagottini salati e...slurpppp. Vai di bomboloni con panna, due divorati subito; compriamo il pane e anche le brioches, per i prossimi giorni, si sa mai arrivi la guerra😂😂.Da quì ci dirigiamo al mercato di frutta e verdura, molto più pulito e ordinato di quelli visti fin'ora ma anche molto meno ricco; non ci sono pomodori da nessuna parte ma molte verdure a foglia verde, radici che vanno preventivamente cotte, zenzero, cetrioli e carote. Per quanto riguarda la frutta solo banane, ananas, arance dalla buccia verde (che compriamo) e un frutto strano simile al mango ma molto duro, che non abbiamo voluto acquistare, oggi. Da qui si va al market, abbastanza fornito di tantissime cose dove facciamo spesa, compreso birre locali, dimenticandoci, aimè, il vino, quindi torneremo prossimamente. Con gli zaini strapieni, ci compriamo
qualche fagottino ripieno di patate che avevamo mangiato il giorno in cui siamo arrivati ( il Roti fijiano) e andiamo alla fermata. Il bus sgangherato, di nostro gusto, era già qui. Per utilizzarlo bisogna dotarsi di tessera che costa 2 dollari fijiani (che ti può fornire lo stesso autista) e ricaricarla o pagare il tragitto ogni volta, sempre però usando la tessera. Il costo per questo rientro è stato di un dollaro fijiano a testa. Soddisfatti per la spesa e il giro in città mangiamo nel nostro patio fronte mare e palme e ci godiamo il pomeriggio. La sera invece, nella hall del Resort, prendiamo parte alla preparazione del Kava. È una bevanda presente in diverse isole dell'Oceano Pacifico ma solo alle isole Fiji ha un'importanza "assoluta" tanto da renderla parte integrante della vita sociale. Si dice abbia proprietà rilassanti prima, eccitanti dopo e che dia un leggero intorpidimento alla bocca. Si ottiene dalle radici di una varietà
della pianta del pepe, tagliate a metà, fatte essicare, polverizzate e mescolate con acqua per ore con un solenne rituale. Viene lavorata manualmente in una ciotola chiamata "tanoa", una specie di tavolino-ciotola concavo, e servita nel "bilo", un mezzo guscio di noce di cocco che si passa di mano in mano seduti in circolo. Il colore è quello del fango diluito,
beige-marroncino, veramente poco invitante. L'uomo fijiano che ci ha spiegato il tutto, dopo la preparazione ci invita a berlo nella tipica ciotola, che ci passiamo l'un l'altro, così come prevede il rituale tradizionale, ma prima di berlo si devono battere le mani e dire “Bula”, poi si deve bere tutt'ad un fiato e pronunciare il grazie fijiano “Vinaka”. Interessante vero?Volete sapere che sapore ha??? Fanghiglia aromatizzata alle erbe, tipo qualche goccia di amaro lucano caduta in una pozzanghera . Sull'intorpidimento è vero, un leggerissimo intorpidimento alla lingua che passa dopo qualche minuto, niente di più. Per il resto credo sia necessario berne a litri, prima di morire😂😂😂.
01 maggio 2019 Sant’Efisi alle Fiji
Ci svegliamo alle 9.30, chissà come mai. È dal capodanno 1998 che non ci capitava🤣🤣🤣. Siamo in culo al mondo, in mezzo all’Oceano Pacifico, in terra oceanica. Ce l'avessero predetto soltanto un anno fa, avremmo ammazzato di botte il mago..glione, scusate ma ogni tanto mi scappa.
La giornata è ventosa, il nostro forte maestrale in confronto è una leggera brezza. La cosa bella è che è comunque caldo ma non torrido e che l'Oceano è proprio affascinante. Trascorriamo la giornata tra passeggiata intorno al resort, dove ve ne sono altri ma non ci si disturba affatto; strade che attraversano la rigogliosissima vegetazione, dove ci sarebbe piaciuto correre (ai tempi che furono); spiaggia e tramonto. Purtroppo la connessione è pessima e, nonostante si paghi pure (30 dollari fijiani=10 euro per tempo illimitato) non ci si può connettere facilmente. Approfittando di questa calma apparente, continuiamo a studiare per la prossima avventura, si è fatta notte fonda. Buonanotte a tutti 🤫😴😴
30 aprile 2019 direzione Fiji
Fiji, che strano, siamo alle Fiji. Ieri sera siamo partiti esattamente alle 21.30 (il volo era delle 20.55). Dopo poco meno di 10 ore atterriamo. Il volo è stato molto confortevole; la compagnia low coast Scott, della Singapore
Airlines, non ci ha deluso. Abbiamo sentito qualche perturbazione qua e là ma niente di serio, per fortuna. Viaggiare sull'Oceano mi da da pensare, soprattutto quando molti passeggeri sono musulmani, ma sono solo brutti pregiudizi, poi finisce sempre che il sonno ha la meglio. Alle Fiji dobbiamo posticipare di tre ore l'orario indocinese, quindi, se prima eravamo a sei ora avanti rispetto all'Italia ora ne avremo 9 in avanti. Atterriamo alle 10.00 ora locale.
Siamo all'aeroporto interazionale di Nadi, terza città più popolosa delle isole Fiji. Queste sono moltissime, circa trecento ma le due più grandi sono Viti Levu e Vanua Levu. Nella prima ci sono sia l'aeroporto internazionale di Nadi che la capitale delle Fiji, Suva; si trovano l'una dalla parte opposta rispetto all'altra. Noi alloggeremo a 70 km da Nadi, nel versante sud orientale, nella zona denominata Coral Beach, esattamente a Korotogo, nel resort “Bedarra Beach Inn”. La scelta di venire alle Fiji non è stata del tutto casuale ma neanche predeterminata. Lasciato il Vietnam dopo i 30 giorni che il visto turistico concede, dovendo andare da Isa, negli USA, a metà maggio, circa, dovevamo decidere dove stare.
Originariamente avevamo pensato di tornare a casa per un mesetto e poi partire per gli States, ma sinceramente non ci conveniva in nessun senso. Allora, grazie alla pulce nell'orecchio di Alessandro, il ragazzo di San Sperate conosciuto in Laos, ci è balenata l'idea del Giappone. Le Fiji non sono mai state così attrattive per noi, siamo sardi. Abbiamo visitato tanti mari tropicali, d'inverno, ma per fare immersioni, Maldive comprese. Non siamo amanti di queste zone blasonate se non per fare qualcosa di particolare o per svernare, perché da maggio in poi niente è paragonabile alla nostra bellissima Sardegna. Certo, la vegetazione rigogliosa, le palme altissime e la barriera corallina sono una meraviglia, ma se pensiamo al Golfo di Orosei, alla costa verde, alla costa Smeralda (senza i ricchi) alla meravigliosa Chia, la nostra Barisardo e il litorale di Cardedu, Costa Rei e ci metto pure i 12 km del poetto, chi ci tocca...neanche le Fiji credeteci. Il Giappone invece ci interessava eccome, ma purtroppo, nonostante settimane di ricerche, non abbiamo trovato alloggi se non a pagarli da 300 euro in su a notte e spesso neanche quelli. Questo perché ora il Giappone è nella sua altissima stagione, primavera esplosiva, ma anche perché quest'anno, anzi proprio oggi, il vecchio imperatore Akihito abdica a favore del figlio Narhuito, prima abdicazione in 200 anni, e quindi per due settimane circa il Giappone è sold out. Insomma bisogna prenotare almeno sei mesi prima per avere meno spese possibili in un paese tanto bello quanto dispendioso. Niente Giappone; pensando ad altri lidi come la Papua Nuova Guinea, nostro sogno da realizzare, alla Malesia, che abbiamo già avuto il privilegio di vedere anni fa, le Filippine, anch'esse viste anni fa ecc. abbiamo optato per un posto che ci desse l'opportunità di stare tranquilli dal punto di vista climatico (a maggio la maggior parte di zone orientali cominciano ad avere problemi di piogge torrenziali, venti forti e chi più ne ha più ne metta), che fosse una nuova scoperta e soprattutto ci avvicinasse agli USA, non ripassando per l'Europa, con una spesa abbastanza conveniente visto il contesto (poco più di 300 euro a testa).
Ed eccoci qua, tra i ricconi e i simpatici fijiani, sempre meglio i secondi. In aeroporto la prima sopresa, tre musicisti, con ukulele e chitarre, danno il benvenuto. Tutti ti accolgono con sorrisi e “Bula”, il saluto fijiano per eccellenza. Aeroporto facilmente fruibile, con controlli molto attenti ma non severi, ci porta in direzione ritiro bagagli e se pensavamo di avere visto quasi tutto in questo lungo viaggio, sbagliavamo. Non solo moltissimi uomini fijiani usano la gonna, sotto al ginocchio, ma i poliziotti in aeroporto sono uno spasso: hanno la giacca, elegantissima, con tanto di mostrine e alamari e la gonna, ma non quella normale, quella di Fred Flinstone, con il bordo tagliato a VVVV (proprio così) e i sandali rigorosamente neri, stile francescano. Sono elegantissimi e la divisa è nera ma poi abbassi lo sguardo e ti sembra uno scherzo. Purtroppo non siamo riusciti a fotografarli perché il loro aspetto, così come l'atteggiamento, sono molto seri e non volevamo aprire un caso diplomatico appena arrivati. Altra cosa da sapere: i fijiani sono ENORMIII. Uomini e donne sono altissimi e possenti, i più bassi sono altri 1.80 cm, pazzeschi. Le donne, donnone, spesso pienotte, con bei culoni, un po come in alcune etnie africane, sono riccissime e simpatiche. Gli omoni nonostante questa stazza imponente sono sempre sorridenti e accoglienti e molti sono anche belli. Beh, dopo queste digressioni estetiche, ritirati i bagagli, dobbiamo andare al resort, che dista 70 km circa. Il taxi? ma giammai; il tourist bus? Ma quando mai; Il bus local? certamente che siii, costo 7 Dollari Fijiani a testa, ovvero 3 euro. Entrati in bus, dove sono tutti fijiani enormi che ci guardano straniti e divertiti, prendiamo posto e ci godiamo questa meraviglia di gente e di prescorso. Dopo un'oretta ci si ferma a sei km dal resort, in una cittadina che si chiama Sigatoka dove alcuni scendono, altri algono e noi ci compriamo dei panzerotti invitanti che alcune donnone vendono a bordo strada. Sono delle spianatine o meglio piadine ripiene di patate e intrugli buonissimi, chiuse a fagottino, sono i “Rooti fijiani”, costo un dollaro fijiano cadauno. Dopo questa pausa di circa 15 minuti arriviamo nei pressi del resort, a 800 metri di distanza, dove ci “scaricano” . Piedi piedini arriviamo come due pellegrini in questo bel posto. Il resort è molto carino, la hall della reception anche.
La recepionist ci saluta caldamente e possiamo prendere le chiavi ed entrare in possesso della nostra bella stanza. È molto grande, confortevole, con una veranda magnifica con vista sul tratto di oceano antistante. Bello davvero. Andiamo a vedere la spiaggia; non è grandissima è corallina, stretta, molto suggestiva. L'oceano invece è pulito e caldo e a circa 200 metri dalla riva si staglia il “drop off” della barriera corallina, ovvero il gradino coralligero in cui sprofonda. Le palme ci sovrastano, è davvero bello. Molti turisti si sbragano sui lettini nel prato adiacente alla spiaggia oppure in piscina, nel resort. Fortunatamente non siamo qui per stare al mare o per fare l'unica vacanza dell'anno, perché saremmo leggermente delusi. c'eravamo fatti l'idea di spiagge spettacolari e mare turchino, un po come le Maldive, ma così non è. Va benissimo lo stesso, ci serve stare qui a ricaricare le batterie e a organizzare il più possibile la permanenza negli States, in cui, lasciata per un po Isa, ci vedrà impegnati in una nuova avventura. Ok, è ora di una doccia e di una buona cena. Ci meritiamo una cenetta con, udite udite: pasta.
Per la prima volta e con tantissima paura affronteremo la prova del cuoco: spaghetti e fettuccine ai frutti di mare. Arrivano questi due bei piatti di pasta dall'invitante aspetto che poi si riveleranno anche perfetti (e non è colpa della lontananza, è proprio bravissimo lo chef). Accompagnamo il tutto con una bottiglia, finalmente, di vino rosso, un Cabernet Sauvignon 2017 australiano! cioè fantastico vino, visto che i vini australiani sono anche tra i migliori al mondo. Ce lo meritiamo e brindiamo così alla Vostra e alla Nostra salute.
Airlines, non ci ha deluso. Abbiamo sentito qualche perturbazione qua e là ma niente di serio, per fortuna. Viaggiare sull'Oceano mi da da pensare, soprattutto quando molti passeggeri sono musulmani, ma sono solo brutti pregiudizi, poi finisce sempre che il sonno ha la meglio. Alle Fiji dobbiamo posticipare di tre ore l'orario indocinese, quindi, se prima eravamo a sei ora avanti rispetto all'Italia ora ne avremo 9 in avanti. Atterriamo alle 10.00 ora locale.
Siamo all'aeroporto interazionale di Nadi, terza città più popolosa delle isole Fiji. Queste sono moltissime, circa trecento ma le due più grandi sono Viti Levu e Vanua Levu. Nella prima ci sono sia l'aeroporto internazionale di Nadi che la capitale delle Fiji, Suva; si trovano l'una dalla parte opposta rispetto all'altra. Noi alloggeremo a 70 km da Nadi, nel versante sud orientale, nella zona denominata Coral Beach, esattamente a Korotogo, nel resort “Bedarra Beach Inn”. La scelta di venire alle Fiji non è stata del tutto casuale ma neanche predeterminata. Lasciato il Vietnam dopo i 30 giorni che il visto turistico concede, dovendo andare da Isa, negli USA, a metà maggio, circa, dovevamo decidere dove stare.
Originariamente avevamo pensato di tornare a casa per un mesetto e poi partire per gli States, ma sinceramente non ci conveniva in nessun senso. Allora, grazie alla pulce nell'orecchio di Alessandro, il ragazzo di San Sperate conosciuto in Laos, ci è balenata l'idea del Giappone. Le Fiji non sono mai state così attrattive per noi, siamo sardi. Abbiamo visitato tanti mari tropicali, d'inverno, ma per fare immersioni, Maldive comprese. Non siamo amanti di queste zone blasonate se non per fare qualcosa di particolare o per svernare, perché da maggio in poi niente è paragonabile alla nostra bellissima Sardegna. Certo, la vegetazione rigogliosa, le palme altissime e la barriera corallina sono una meraviglia, ma se pensiamo al Golfo di Orosei, alla costa verde, alla costa Smeralda (senza i ricchi) alla meravigliosa Chia, la nostra Barisardo e il litorale di Cardedu, Costa Rei e ci metto pure i 12 km del poetto, chi ci tocca...neanche le Fiji credeteci. Il Giappone invece ci interessava eccome, ma purtroppo, nonostante settimane di ricerche, non abbiamo trovato alloggi se non a pagarli da 300 euro in su a notte e spesso neanche quelli. Questo perché ora il Giappone è nella sua altissima stagione, primavera esplosiva, ma anche perché quest'anno, anzi proprio oggi, il vecchio imperatore Akihito abdica a favore del figlio Narhuito, prima abdicazione in 200 anni, e quindi per due settimane circa il Giappone è sold out. Insomma bisogna prenotare almeno sei mesi prima per avere meno spese possibili in un paese tanto bello quanto dispendioso. Niente Giappone; pensando ad altri lidi come la Papua Nuova Guinea, nostro sogno da realizzare, alla Malesia, che abbiamo già avuto il privilegio di vedere anni fa, le Filippine, anch'esse viste anni fa ecc. abbiamo optato per un posto che ci desse l'opportunità di stare tranquilli dal punto di vista climatico (a maggio la maggior parte di zone orientali cominciano ad avere problemi di piogge torrenziali, venti forti e chi più ne ha più ne metta), che fosse una nuova scoperta e soprattutto ci avvicinasse agli USA, non ripassando per l'Europa, con una spesa abbastanza conveniente visto il contesto (poco più di 300 euro a testa).
Ed eccoci qua, tra i ricconi e i simpatici fijiani, sempre meglio i secondi. In aeroporto la prima sopresa, tre musicisti, con ukulele e chitarre, danno il benvenuto. Tutti ti accolgono con sorrisi e “Bula”, il saluto fijiano per eccellenza. Aeroporto facilmente fruibile, con controlli molto attenti ma non severi, ci porta in direzione ritiro bagagli e se pensavamo di avere visto quasi tutto in questo lungo viaggio, sbagliavamo. Non solo moltissimi uomini fijiani usano la gonna, sotto al ginocchio, ma i poliziotti in aeroporto sono uno spasso: hanno la giacca, elegantissima, con tanto di mostrine e alamari e la gonna, ma non quella normale, quella di Fred Flinstone, con il bordo tagliato a VVVV (proprio così) e i sandali rigorosamente neri, stile francescano. Sono elegantissimi e la divisa è nera ma poi abbassi lo sguardo e ti sembra uno scherzo. Purtroppo non siamo riusciti a fotografarli perché il loro aspetto, così come l'atteggiamento, sono molto seri e non volevamo aprire un caso diplomatico appena arrivati. Altra cosa da sapere: i fijiani sono ENORMIII. Uomini e donne sono altissimi e possenti, i più bassi sono altri 1.80 cm, pazzeschi. Le donne, donnone, spesso pienotte, con bei culoni, un po come in alcune etnie africane, sono riccissime e simpatiche. Gli omoni nonostante questa stazza imponente sono sempre sorridenti e accoglienti e molti sono anche belli. Beh, dopo queste digressioni estetiche, ritirati i bagagli, dobbiamo andare al resort, che dista 70 km circa. Il taxi? ma giammai; il tourist bus? Ma quando mai; Il bus local? certamente che siii, costo 7 Dollari Fijiani a testa, ovvero 3 euro. Entrati in bus, dove sono tutti fijiani enormi che ci guardano straniti e divertiti, prendiamo posto e ci godiamo questa meraviglia di gente e di prescorso. Dopo un'oretta ci si ferma a sei km dal resort, in una cittadina che si chiama Sigatoka dove alcuni scendono, altri algono e noi ci compriamo dei panzerotti invitanti che alcune donnone vendono a bordo strada. Sono delle spianatine o meglio piadine ripiene di patate e intrugli buonissimi, chiuse a fagottino, sono i “Rooti fijiani”, costo un dollaro fijiano cadauno. Dopo questa pausa di circa 15 minuti arriviamo nei pressi del resort, a 800 metri di distanza, dove ci “scaricano” . Piedi piedini arriviamo come due pellegrini in questo bel posto. Il resort è molto carino, la hall della reception anche.
La recepionist ci saluta caldamente e possiamo prendere le chiavi ed entrare in possesso della nostra bella stanza. È molto grande, confortevole, con una veranda magnifica con vista sul tratto di oceano antistante. Bello davvero. Andiamo a vedere la spiaggia; non è grandissima è corallina, stretta, molto suggestiva. L'oceano invece è pulito e caldo e a circa 200 metri dalla riva si staglia il “drop off” della barriera corallina, ovvero il gradino coralligero in cui sprofonda. Le palme ci sovrastano, è davvero bello. Molti turisti si sbragano sui lettini nel prato adiacente alla spiaggia oppure in piscina, nel resort. Fortunatamente non siamo qui per stare al mare o per fare l'unica vacanza dell'anno, perché saremmo leggermente delusi. c'eravamo fatti l'idea di spiagge spettacolari e mare turchino, un po come le Maldive, ma così non è. Va benissimo lo stesso, ci serve stare qui a ricaricare le batterie e a organizzare il più possibile la permanenza negli States, in cui, lasciata per un po Isa, ci vedrà impegnati in una nuova avventura. Ok, è ora di una doccia e di una buona cena. Ci meritiamo una cenetta con, udite udite: pasta.
Per la prima volta e con tantissima paura affronteremo la prova del cuoco: spaghetti e fettuccine ai frutti di mare. Arrivano questi due bei piatti di pasta dall'invitante aspetto che poi si riveleranno anche perfetti (e non è colpa della lontananza, è proprio bravissimo lo chef). Accompagnamo il tutto con una bottiglia, finalmente, di vino rosso, un Cabernet Sauvignon 2017 australiano! cioè fantastico vino, visto che i vini australiani sono anche tra i migliori al mondo. Ce lo meritiamo e brindiamo così alla Vostra e alla Nostra salute.
1 Dollaro Fijiano ad oggi = 0.40 cent di euro
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