Anche l'avventura Fiji è giunta al temine. Abbiamo trascorso il nostro soggiorno in completo relax. Questa permanenza ci ha dato la
possibilità di pianificare la nostra prossima avventura, che si svilupperà negli Stati Uniti. Prepariamo la colazione nel nostro loggiato, il cielo è grigio con qualche schiarita ogni tanto e scrosci d'acqua che si alternano al sole. All'improvviso si materializza un arcobaleno meraviglioso a 180º, questo è il saluto che ci riservano le isole Fiji. In questa avventura siamo partiti dall'Europa per arrivare in Asia, quindi in Oceania e ora ci accingiamo a raggiungere il nostro prossimo continente,l'America; senza volerlo, faremo il giro del mondo. Le Fiji ci hanno regalato paesaggi e persone indimenticabili, dove cortesia e accoglienza regnano su tutto. Proprio oggi l'ultimo episodio che ci ha lasciati esterrefatti.
Abbiamo lasciato l'albergo alle 10:20 per recarci, a piedi, verso la Queens Road in un punto in cui passano i bus che conducono all' aeroporto. Conoscevamo orari e importo, il bus sarebbe dovuto passare, all'incirca, alle 10:50, per un importo di 7$fijiani a testa, circa 3 euro. Zaino in spalla percorriamo gli 800m che ci separano dalla strada principale e restiamo in attesa del bus; il tempo ci ha graziati, non piove più. Le fermate non sono sempre prestabilite, basta che per strada, in qualsiasi punto, alzi le braccia e diventa una fermata. Qui poi regna ancora la consuetudine dei passaggi; se ti vedono per strada, senza che tu chieda nulla si fermano per offrirti un passaggio. Così come stamattina per noi due, alcuni si fermano per offrirci passaggi almeno fino alla vicina città di Sigatoka, che però rifiutiamo spiegando che siamo diretti in aeroporto. Si ferma pure qualche taxi che ci propone cifre scontate, ma non troppo; infine un tassista si ferma e ci chiede dove siamo diretti, gli diciamo che andiamo in aeroporto e che stiamo aspettando il bus e lui: "Vi porto io!" .
Noi titubanti rinunciamo, anche per le cifre poco economiche dei taxi per l'aeroporto (dai 40 euro in su) e lui ci dice che sta rientrando in aeroporto e che ci avrebbe fatto pagare esattamente quanto il bus ovvero 14$. Ancora increduli accettiamo il passaggio con il terrore che sotto ci sia la fregatura, ma l'unica fregatura è la nostra mente malata di "diffidenza" verso il prossimo o semplicemente il fatto che, in qualunque altro paese, mai si sarebbero proposti in questo modo, neanche con un "rientro a vuoto" , tipico dei tassisti. Questo è solo l'ultimo dei gesti che contraddistinguono questi meravigliosi fijiani. Arrivati in aeroporto cerchiamo dove fare il check-in, ma é troppo presto e non si può. Piano B, andiamo a mangiare. Nelle nostre chiacchiere a tavola ci ricordiamo dei poliziotti fijiani, così caratteristici, che trovammo al nostro arrivo e, in fondo, in fondo,non ci dispiacerebbe rivederli ma non c'è neanche l'ombra.
Trascorriamo la serata gironzolando in aeroporto; al banco informazioni ci sconsigliano di andare in città, a Nadi, perché é domenica e troveremmo tutto chiuso. Accettiamo il saggio consiglio e facciamo il giro di tutti i duty-free, delizia per Roberta, "la curiosità é femmina". Il sole sta per tramontare, avremmo voluto un contesto un po più romantico per l'ultimo nostro tramonto alle Fiji, ma come al solito, chi si accontenta gode. Pronti per immortalare l'ultimo tramonto e chi spunta, il poliziotto con la gonna alla Fred Flinstone. Presi di sorpresa cerchiamo di fargli una foto ma un po per la fretta e molto per il controluce, non vengono un granché bene, anzi.
Pazienza, in compenso il tramonto tra gli aerei non è stato poi così male. Arriva l'ora dell'imbarco, ultimo saluto a questa terra, "Vinaka Vakalevu Fiji" tantissime grazie Fiji, con la voglia di tornare ti lasciamo così, domani saremo in USA.
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