(Un pensiero a te Vittorina, buon compleanno).
Non paghi dell'esperienza “citta” dell'altro giorno, oggi si va nuovamente tra la gente vera. Armati di tessera rossa, per accedere al bus locale, ci incamminiamo verso la “fermata”. Non c'è una vera e propria fermata, diciamo che il bus si ferma dove serve, dove viene richiesto, come un taxi. La cosa più divertente è il modo di prenotare le fermate per scendere. Lungo entrambi i lati del bus scorre un cordino bianco (dalla postazione dell'autista agli ultimi posti) che devi tirar giù delicatamente in prossimità della tua fermata e che emette un suono da trombetta, inconfondibile per l'autista che si ferma subito, rischio tamponamento... fortuna che traffico non ce n'è . Alla fermata, mentre aspettiamo, si ferma una macchina per darci un passaggio, I vetri sono oscurati ma si intravede bene il conducente con barba e il Kufi in testa; è palesemente un gentilissimo musulmano insomma. Peccato che quando apro lo sportello mi rendo conto che dentro c'è tutta la famiglia (forse): 3 bambini e una donna (una sola in questo caso). Non ci va di farli scomodare e creare disagio e quindi rinunciamo al passaggio non prima di aver fatto capire loro il motivo, volesse mai Allah che pensassero male.
Arriva il bus e quindi si va in “citta’”. Oggi ce la godiamo un po di più; sono le 11.00. Gente ovunque, soprattutto del posto. Qualche turista muso bianco come noi fa spesa e gironzola tra i negozietti di artigianato e souvenirs. I fijiani non sono abili artigiani ma molto fantasiosi nell'utilizzare ciò che la natura offre: legna, cocchi, argilla, conchiglie che assemblati con fantasia creano dei piccoli capolavori rustici. La gente è meravigliosa; salutano tutti con il Bula (Ciao) o anche good morning ma salutano sempre con un sorriso che viene dal cuore. Sono il popolo più bello che abbiamo incontrato finora. So di averlo detto per i vietnamiti, che rimarranno sempre nei nostri cuori o per i birmani, così come per i cambogiani, insomma per tutti ma questi sono un pochino speciali davvero. Diciamo che la prestanza fisica (sono bisonti) è direttamente proporzionale alla gentilezza d'animo. Se ti sfiorano erroneamente, si scusano come non mai. Sono veramente belli da vedere con le loro facce strane, fisiognomicamente aborigene, interessanti in ogni senso ed estremamente accoglienti; quanto ci ricordano il film di animazione della Disney “Oceania”. Si fa mezzogiorno e cerchiamo qualcosa da mangiare, qui non manca di certo. L'odore del pane appena sfornato e dei dolci impregna l'aria. Entriamo in un fast food dove vediamo solo gente del posto. È un locale indiano, molto ben attrezzato e con tante pietanze in bella mostra. Si è rivelata un’ottima scelta; come sempre, dove mangiano i locali si mangia da Dio. Dovete sapere che le isole Fiji sono patria dei nativi ma anche di grandi comunità indiane e islamiche. Gli indiani hanno una marea di attività commerciali qui e sono integrati benissimo, così come i musulmani del resto; è la grandezza della tolleranza, quella che molti di noi non sanno ancora cosa sia. Dopo pranzo facciamo la spesa: VINO. Vino Australiano da bere in balcone/terrazza o direttamente al mare, sulla spiaggia magari, di fronte ad un bel tramonto. Due belle (speriamo altrettanto buone) bottiglie di vino rosso, birra locale, qualche snack e si torna a “casetta”.
Prendiamo il bus che a metà strada ha un guasto. Arriva il sostituto dopo circa 15 minuti e arriviamo sani e salvi al resort, noi e le bottiglie. Il pomeriggio ci vede di “studio” (tesina🤣🤣🤣). Ci godiamo poi il tramonto sul mare. Il sole è enorme, bellissimo. La cena sarà fronte mare, smurzo(=due cosucce) ma non vino perché il mio stomachino oggi non è pronto. Aspettiamo a domani……….. “Dopotutto, domani è un altro giorno” ( Rossella O’ Hara docet).
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